L'amore è potente, non c'è scampo. Se è amore giovane, quello acerbo e totalizzante dei diciassette anni, è più che potente, è la vita stessa che prende forma e impatta, è il debutto all'esserci, al sentirsi e al sentire. Prima di provare un amore giovane nessuno è davvero vissuto. L'amore di Elio e Oliver è un detonazione di vita, un concentrato di sconsideratezza ormonale, squilibrio psicofisico, overdose di sensi e di baci, abbandono all'estasi senza il triste contegno di chi sa che non potrà durare. Una cosa che pulsa e palpita forte. Il loro è un carpe diem di estiva pienezza, un darsi e dare senza pensare a ciò che si perderà, a ciò che ne uscirà rotto. C'è qualcosa di violento e sensuale nel loro inesorabile catturarsi, c'è il nuovo che aspetta di essere inaugurato e c'è il già noto che ha bisogno di essere rinnovato. C'è l'età della fragilità e della libertà totale di essere fragili e c'è l'età un po' più consa...
Certi libri ti suggeriscono altri libri e ti aprono scrigni letterari che altrimenti e molto probabilmente sarebbero rimasti chiusi e nascosti. Per esempio, leggendo Un giorno , mi sono imbattuta in citazioni ad introduzione di capitolo tratte da Tess dei D'Urberville e mi sono subito procurata questo romanzo di Thomas Hardy del 1891 che conoscevo per nome e fama ma che non avevo ancora letto. Ringrazio David Nicholls perché senza saperlo mi ha condotto alla lettura di un capolavoro pazzesco! La vicenda narrata vede protagonista Tess Durbeyfield , una ragazza di umili origini e di grande bellezza che si ritroverà coinvolta in una serie di disastrosi eventi a partire dal momento in cui il padre scopre di essere discendente da una famiglia nobile, i D'Urberville appunto. Tess verrà inviata in visita e in cerca di fortuna da una ricca famiglia dal cognome omonimo ma anzichè trovare fortuna e nobiltà troverà solo sfortuna e cattiveria. Verrà infatti sedotta dal perfido ...
Non dirò nello specifico di cosa parlano questi ultimi due volumi e come lo fanno perché mi ripeterei (vedi i miei devotissimi post sul primo , secondo , terzo volume). Questa è una delle poche saghe coerenti e omogenee per bellezza e stile in ogni volume . È come un flusso di narrazione unica interrotto solo dalla scansione editoriale. Se vi è piaciuto il primo, sarà la stessa identica cosa con il secondo, il terzo, il quarto e il quinto. Vi dico invece, perché, nella sua globalità, questa saga ha conquistato schiere di lettori, vi dico qual è, secondo me, il suo raffinato superpotere. - Credo sia sopra ogni cosa la sua umanità , declinata in ogni possibilità caratteriale, in ogni esperienza di vita, in ogni fallimento, in ogni possibile combinazione di benessere e malessere. Ci siamo specchiati dentro l'umanità cangiante di questa saga, la sua coralità ci ha permesso di identificarci ora in uno ora in un altro dei suoi personaggi. Ogni angosci...
Ciao, TUTTI i post di questo mio blog-pezzo di cuore rimarranno qui per chi vorrà ancora leggerli, questa sarà sempre la loro casa, ma io ho preso i miei libri e mi sono trasferita qui . Se volete passare per una visita sono contenta.😘
Affabulare. O anche attanagliare. Questo è quello che sa fare prodigiosamente Elena Ferrante , chiunque lei sia. Questo è l'incantesimo a cui stiamo felicemente soccombendo in Italia e perfino oltreoceano con L'amica geniale , il perché (uno dei tanti) ci sentiamo in preda all'incanto mentre leggiamo. L'intreccio di questa storia è affabulatorio e attanagliante in maniera straordinaria, è un dono di purissima e altruistica narrazione, una narrazione "facile", ma anche elegante, estremamente scorrevole, ma anche ricca, dal piglio facilmente commerciabile, ma con uno spessore da opera importante. Mi è sembrato un romanzo popolare e geniale insieme, affabile e di grande pregio letterario. Leggo poco gli autori italiani, è questa la mia più ostinata e pregiudiziale forma di snobismo letterario (o di ignoranza) e me ne rammarico, ma c'è una parte ulissiaca di me che talvolta (sebbene di rado) cede alle sirene dei fenomeni editoriali, anche quelli...
Quando penso al romanzo come genere, penso in automatico, e con sfumature mentali dorate, all'Ottocento, all'Inghilterra, alla Francia e alla Russia, all'età vittoriana e al Romanticismo. Quando vado a cercare un libro dell'Ottocento so bene cosa ci troverò dentro, quale tipo di emozione e passione proverò, che tipo di percorso umano e psicologico mi verrà regalato. Mi ci sento a casa dentro le pagine di un romanzo di quell'epoca, una parte del mio cuore di lettrice si è costruito lì. Per una volta ho voluto cambiare comfort zone di lettura e cimentarmi con un classico inglese del Settecento, Tom Jones di Henry Fielding , uno di quei romanzi di cui si parla sempre nei libri di letteratura inglese del liceo, ma che nessuno legge integralmente se non sotto costrizione didattica. Un po' come accade con I Promessi sposi . In effetti il tomo di mille pagine dà, all'avvio della lettura, l'impressione che si sia appena intrapresa un'impresa donch...
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