L'amore è potente, non c'è scampo. Se è amore giovane, quello acerbo e totalizzante dei diciassette anni, è più che potente, è la vita stessa che prende forma e impatta, è il debutto all'esserci, al sentirsi e al sentire. Prima di provare un amore giovane nessuno è davvero vissuto. L'amore di Elio e Oliver è un detonazione di vita, un concentrato di sconsideratezza ormonale, squilibrio psicofisico, overdose di sensi e di baci, abbandono all'estasi senza il triste contegno di chi sa che non potrà durare. Una cosa che pulsa e palpita forte. Il loro è un carpe diem di estiva pienezza, un darsi e dare senza pensare a ciò che si perderà, a ciò che ne uscirà rotto. C'è qualcosa di violento e sensuale nel loro inesorabile catturarsi, c'è il nuovo che aspetta di essere inaugurato e c'è il già noto che ha bisogno di essere rinnovato. C'è l'età della fragilità e della libertà totale di essere fragili e c'è l'età un po' più consa...
Primavera, quella vera. Voglia di cambiare stile, colore, umore. Voglia di cose belle, fresche, leggere. Tanta voglia di pedalare sotto il sole e poca voglia di stare al computer. Però la mia Donna della domenica non poteva mancare e per questa calda domenica di aprile ho scelto un'icona senza tempo di eleganza e classe, una donna bella, leggiadra, aggraziata come un fiore a primavera, un'attrice per cui le immagini parlano più delle parole: sto parlando di Audrey Hepburn. Quando vedo lei, con i suoi occhi da cerbiatta, la figura snella e sottile, lo stile tipico degli anni Sessanta, vedo il mio ideale di bellezza umana ed epocale e mi scordo dei brutti canoni che vanno di moda oggi in questi cazzo di anni zero... Vedo la raffinata principessa Anna di Vacanze romane (1953, di William Wyler) scorrazzare in vespa per una soleggiata Roma, vedo la strampalata Holly Golightly di Colazione da Tiffany (1961, di Blake Edwards) con il suo tubino nero, il croissant in mano e gli oc...
Dopo il post su Lincoln , un film del genere ci sta per giustapposizione, per par condicio di gusti e riequilibrio dei livelli di pesantezza e sostenibilità filmica! La parola amore contenuta nel titolo (solo in quello italiano ovviamente, perché noi siamo i campioni del lost in translation fuorviante!) era una spia di rischio banalità da multisala altissimo, ma Steve Carell è un piacere umano ambulante per me ed è per lui che ho deciso di vedere Cercasi amore per la fine del mondo (titolo originale: Seeking a Friend for the End of the World ), così, senza stare a pensarci troppo. Per lui e per la giovane sceneggiatrice-regista Lorene Scafaria , visto che mi esalto sempre quando so di giovani donne creative che scrivono per il cinema e che, per formazione e cultura, sembrano esulare dalla solita regola hollywoodiana. Ho fatto bene, perché Cercasi amore per la fine del mondo , a dispetto del suo titolo che sa di elemosina sentimentale e profezie maya, è un filmetto brilla...
Andrew Stanton ( Alla ricerca di Nemo , WALL•E ) si tuffa di nuovo nell'oceano - lo stesso che gli valse un Oscar 13 anni fa - e ci fa nuotare ancora una volta con Nemo , Marlin e soprattutto Dory. In fondo al mar le cose continuano ad essere animate, di un'animazione un po' più debole, ma pur sempre piacevole. Alla ricerca di Dory è un film buono come il pane, di una bontà incontaminata, e forse per questo, da una prospettiva adulta, un tantino lezioso. È gradevole come tutti i Disney-Pixar , ma orientato ai più piccoli e alle loro famiglie: stavolta è tutto molto basic, docile e buonista, più Disney e meno Pixar . Tutti questi pescetti colorati della barriera corallina, tra profondità oceaniche e avventurose risalite sulla terraferma californiana, offrono allo spettatore piccino una girandola multicromatica senza posa, quel tipo di dinamismo dedicato specialmente all'incanto dell'infanzia. Il plot invece è semplice, forse troppo: c'è la c...
Non avevo mai visto Il dormiglione ( Sleeper , di Woody Allen , 1973) e così ieri sera ho potuto gustarmelo come fosse un film nuovo di zecca e non di 40 anni fa. Non è male, ma non è nemmeno tra le migliori commedie di Woody , è un po' generico e incerto su alcuni aspetti, diverte in modo discontinuo, ma una cosa è certa: Allen è una macchietta anche in versione futurista-cosmicomica. Questo film poi mi è sembrato uno dei più ricchi di siparietti slapstick accompagnati da motivetti jazz ed è proprio in questi momenti di balletto comico da cinema muto alla Chaplin e alla Keaton che il film dà il meglio di sè e brilla di allenismo puro. Per il resto è un miscuglio di fantascienza, fantapolitica, satira, cinefilia, con dialoghi demenziali, ma sempre intelligenti e scaltri e momenti di noia. Qui è Allen è Miles Monroe , un clarinettista/gestore di negozio macrobiotico del Greenwich Village degli anni '70 che si risveglia nel 2173, dopo 200 anni di ibernazione, in un ...
Anne with an E è ufficialmente una delle mie serie tv preferite di tutti i tempi . Vi spiego perché. Il primo libro che da bambina ho letto in autonomia, con consapevolezza e sincero piacere, è stato Anna dai capelli rossi ( Anne of Green Gables ). Il mio primo amore verso il contenuto e verso il libro come oggetto. Lucy Maud Montgomery mi ha avviato a una vita da lettrice forte e io mi portavo dietro le sue parole in copertina rigida Mursia dovunque andassi, felice di aver scoperto una porzione di paradiso col solo ausilio della mia alfabetizzazione da scuola elementare. Debito di riconoscenza a vita verso Lucy . Netflix avrebbe potuto rovinare un mio meraviglioso pezzo di memoria letteraria e invece ne ha fatto qualcosa di speciale, una serie di qualità elevata, con un modo di fare attuale e indipendente e una cura narrativa, un conforto letterario da romanzo ottocentesco. Moderno e pienamente romanzesco, un piccolo miracolo che fa innamorare e gioire. La sceneggiatu...
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