Se ci sono tante persone che ti seguono il merito è tuo, e della tua capacità di attrarle. Io dò sempre una sbirciatina al tuo blog... non commento molto (anche per non essere pedante) ma seguo con piacere quello che scrivi. Complimenti. E continua così! Sauro/kelvin
* (*scrivere di Roth è sempre maledettamente difficile. Il seguente post è un tentativo vano di esegesi di un capolavoro). Leggere Philip Roth equivale sempre al procurarsi una ferita, ma anche all'acquisire un insegnamento, una lezione, severissima e spietata, di umanità, o almeno di una delle sue infinite falle. Leggi Roth e ti senti frastornato, messo alla prova, straziato da tensioni potentissime; finisci una sua opera e ti senti più forte, più carico di vita, più partecipe dell'esistenza. Dolore e crescita, tortura emotiva e fluire liberatorio di sensazioni empatiche: ecco le mie esperienze costanti con questo autore dall'impatto bellico. Delle (ahimè ancora pochissime) opere lette finora ( Pastorale americana , Ho sposato un comunista , La controvita ), La macchia umana è quella che mi ha più messo in croce e deliziato: pensavo che la bomba totale mi fosse esplosa dentro lasciandomi in macerie con Pastorale americana , ma non potevo sapere che la vera
Seguendo il consiglio della mia blogger prediletta Maria di Scratchbook e complice un'offerta lampo Kindle arrivata ad hoc, ho letto Le braci di Sándor Márai , un libro breve, ma intenso e vigoroso, di quelli in grado di trasmettere scosse sottocutanee e di attivare percezioni interessanti ad ogni frase ( qui il bellissimo post di Maria). Ho sottolineato così tanto il libro che alla fine posso dire di averlo sottolineato integralmente: la prosa di Márai è suggestiva, magistralmente descrittiva, meditativa. E sopra ogni cosa carica di romanticismo, nel senso profondo ed emozionale del termine, in senso autenticamente romanzesco. Siamo nel 1940, in Ungheria, in un castello ai piedi dei Carpazi. Due amici, Henrik e Konrad , cresciuti insieme e allontanati da una serie di circostanze, si incontrano dopo 41 anni. Il non detto di lunghi anni silenziosi e distanti richiede un'ultima definitiva esplicitazione, un congedo che sia chiarificatore, sincero e forte, prima
Per amare Il racconto dei racconti si deve essere predisposti all'incanto e si deve essere stati ascoltatori seriali di fiabe sonore durante l'infanzia. Ogni forma di rimostranza razionale deve essere lasciata andare per entrare dentro lo spirito di un film del genere, ma ciò non vuol dire dimenticare a tutti i costi il reale, tutt'altro. La fantasia - che non vuol dire necessariamente genere fantasy - deve essere aperta e preparata all'accoglienza dell'insolito, dell'atemporale, del magico, ma anche a quella brusca concretezza garroniana che chi ama il regista ben conosce. Per un'ex bambina che come me ha amato fino all'usura le musicassette allegate ai libri di fiabe nei primi anni '90, Il racconto dei racconti è stato un enorme dono. Dire che l'ho trovato splendido è poco. Ipnotico può rendere meglio l'idea. La meraviglia delle meraviglie sarebbe il sottotitolo perfetto. Le suggestioni, i ricordi, gli stralci di beatitudine i
I romanzi russi dell'800 sono la panacea di tutti i mali. D'estate poi, quando la canicola postprandiale illanguidisce ogni cosa, o quando il sole tramonta e i colori si stemperano perdendo il loro ardore, o persino in spiaggia, sotto l'ombrellone, mentre il genere umano si agita nella balneazione, leggere un romanzo russo è un'esperienza metafisica. Turgenev mancava all'appello nella mia frequentazione letteraria russa ed è stato un piacere fare la sua conoscenza. Avevo acquistato Padri e figli anni fa in un mercatino dell'usato a Roma e poi l'avevo dimenticato. L'ho ripreso dalla sua postazione in libreria qualche sera fa ed è stato amore fin dall'incipit. Padri e figli è la storia di un incontro-scontro generazionale, di figli che tornano a casa dopo gli studi universitari e che vivono di amore e contrasto con i loro padri, di prospettive e direzioni di pensiero diverse, di aperture mentali di tipo metropolitano che deridono le chiusu
Il dittatore dello stato libero di Bananas ( Bananas , di Woody Allen , 1971) è il film più esotico di Woody Allen , quello dal clima più caldo e guerrigliero, uno dei meno cittadini e borghesi; una versione di Woody insolita ma divertentissima, con picchi di geniale comicità che hanno fatto storia. Allen nel ruolo dell'anarchico che si improvvisa tale è un esilarante disastro, non ha minimamente il physique du role e proprio in virtù di questo paradosso risulta straordinariamente comico e pacchiano, un'inarrestabile macchinetta della risata. Il protagonista, Fielding Mellish , è il tipico sfigatello imbranato alla Allen, fa il collaudatore di strani macchinari aziendali e si innamora di una fervente attivista ( Louise Lasser , moglie e musa del primo Woody Allen ) che lo lascia per motivi che nemmeno lei sa (epica la scena in cui lo molla tentando di dare una spiegazione "logica" alla sua decisione!). Dopo la cocente delusione amorosa, Fielding si ritroverà
Gioia . Tristezza . Rabbia . Paura . Disgusto . Al timone della nostra complicatissima testa ci sono loro, così istrionici, complementari, vocianti. Dopo aver visto Inside Out (di Pete Docter e Ronnie Del Carmen , 2015) sarà solo la prima di queste emozioni a riempirvi la mente, a farla ballare di soddisfazione, incanto e felicissima commozione. Il trionfo della gioia in un film che a ben vedere tanto gioioso non è. Perché quello che celebra con tutta la grazia possibile Inside Out è la bellezza necessaria della tristezza, quelle lacrime di sconforto, quel sentirsi blu, quel vedere nero, che sono la via principale all'autenticità del sentire, all'approdo finalmente felice. L'arte della gioia passa per l'arte della tristezza, senza l'una non c'è l'altra e viceversa. Dualismo emozionale che mi ha accompagnato anche durante la visione del film. Ho riso tantissimo: Inside Out ha un lato comico geniale, una capacità di intrattenimento prodigi
E' davvero un bel traguardo.Complimenti ! :)
RispondiEliminagrazie davvero :D
RispondiEliminaBrava Margherita!
RispondiEliminaComplimenti!
orgoglioso di essere fra i 100....prossima soglia 300!!!
RispondiEliminaComplimenti!!!
RispondiEliminaciao a presto
Matteo
Grazie a te che ci tieni compagnia con i tuoi post!!!
RispondiEliminaSono il 101 ... credo :)
RispondiEliminaYeeee! :)
RispondiEliminaGrazieeee Mr.Ford, Cirano, Matteo, Chiara, Barbara e PopAle-Il 101°:D!
RispondiEliminaUn bacio ad ognuno di voi!
Se ci sono tante persone che ti seguono il merito è tuo, e della tua capacità di attrarle. Io dò sempre una sbirciatina al tuo blog... non commento molto (anche per non essere pedante) ma seguo con piacere quello che scrivi.
RispondiEliminaComplimenti. E continua così!
Sauro/kelvin
Grazie Sauro, sei molto gentile!
RispondiEliminaI tuoi commenti sono sempre molto graditi (e mai pedanti!), mi fanno piacere!
vedrai che da 100 raddoppiano e nemmeno te ne accorgerai! augurissimi e continua così :)
RispondiEliminagrazie di cuore :D
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